Interviste

IL CORO DI UNA RITROVATA GIOVENTU’

Il coro di una ritrovata gioventu’

Il coro di una ritrovata gioventu’, In un pomeriggio di giugno, durante una passeggiata nei dintorni di Volpago del Montello, si senti’ una musica provenire da lontano. Quelle note volavano nell’aria per essere udite da qualcuno. Ad un tratto un gruppo di voci inizio’ a cantare e il mondo intorno si fermo’. Nessun rumore, solo il suono del pianoforte e della voce. Un canto dolce che affascino’ chiunque passasse di li. Basto’ chiudere gli occhi ed ascoltare quelle canzoni, di repertorio italiano e tradizionale, per essere trasportati indietro nel tempo. Ad un tratto ecco intonare la canzone “Bondi’ Montelliane” e tutte le voci insieme ripetevano “Bondi’ bella mora, te speto qua fora per stringerti al mio cuor”. La passione di tal canto prese il cuore e lo fece sussultare.

Ma da dove proveniva tale musica? Chi cantava?

Quelle melodie giungevano dalla terrazza di un noto ristorante situato, su di una collina, a Selva di Volpago del Montello. Le voci appartenevano a delle signore e alcuni signori non piu’ giovanissimi; la loro eta’ era compresa tra i 72 e i 93 anni. Tutti insieme formavano un coro unico ma nella realta’ sono tre cori ben distinti ovvero: Coro del Movimento Terza Eta’, sostenuto dall’Assessorato Servizi Sociali del comune di Crocetta del Montello, e diretto dal maestro Emanuela Cananzi; Coro femminile, autogestito da se stessi, Le voci del Foram di Giavera del Montello ed il coro femminile Le Montelliane, sostenuto dall?Assessorato Servizi Sociali di Volpago del Montello, e quest’ultimi due diretti dal maestro Matteo Gobbo Trioli.

Cio’ che colpi’ fu i loro occhi cosi teneri e dolci ma allo stesso tempo forti e fieri che attraverso quegli sguardi si poteva leggere la vita di ognuno di loro, le loro gioie e la loro serenita’. Ritrovarsi insieme divento’ un momento di condivisione importante ma soprattutto spensierato perche’ cio’ permetteva ad ognuna di loro di sentirsi ancora giovane nell’anima, libera di rivivere le emozioni e i ricordi piu’ belli della propria vita e della propria gioventu’. Per un attimo gli acciacchi dovuti all’eta’ non pesano piu’ cosi tanto, nei loro fisici, perche’ come disse Gilda, una signora del coro, “la musica e’ come una luce nel cuore” che da modo di provare delle suggestioni cosi’ profonde, a volte inspiegabili con le sole parole. Bisogna imparare a saper leggere con l’anima. Altre signore dissero che pomeriggi come quelli erano “come l’oro” e, in maniera ancor piu’ simpatica, c’e’ chi affermo’ “i dolori gli lascio a casa”.

Quel turbinio di emozioni fu ben visibile nei loro sguardi profondi e nel viso segnato dal tempo. Quei volti non avevano di certo perso quella particolare luminosita’ grazie al sorriso, il gesto piu’ bello e piu’ semplice della vita e lo si noto’ quando tutte insieme cantarono “La strada del bosco”.

Nonostante avessero cantato tutto il pomeriggio, ancor piu’ incantevole e coinvolgente fu il riunirsi a tavola davanti a del buon cibo e ad un bicchiere di vino. Si continuo’ a cantare, ridere e scherzare per ore. Il tempo volo’ in fretta ma la vita e’ questa e bisogna assaporare ogni attimo che ci viene concesso e tenere stretti questi ricordi come il regalo piu’ grande e prezioso.

Quella gioventu’ che non torna piu” cosi’ intonarono tutte insieme. Questa, pero’, e’ una gioventu’ che rivive per la seconda volta con un senso nuovo e profondo che i giovani dovrebbero imparare, comprendere e prendere da esempio perche’, come disse il signor Eros, “gli anni migliori della nostra vita sono quelli che dobbiamo ancora vivere”.

Mariangela Bognolo

Direttore artistico Retetop95, curatore, storico e critico d'arte.

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