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Musica in lutto: morto Prince Rogers Nelson

Il 21 aprile di quest’anno è stato trovato senza vita, in un ascensore del complesso residenziale di Pasley Park, alle porte di Minneapolis, Prince Rogers Nelson, conosciuto con il nome d’arte di Prince.
Prince (Minneapolis, 7 giugno 1958 Chanhassen, 21 aprile 2016), è stato un cantautore, polistrumentista, compositore, produttore discografico, attore, regista e sceneggiatore statunitense, popolare soprattutto negli anni ottanta e novanta.
La vena artistica del cantante di Minneapolis (che compone, arrangia, produce, canta e suona i suoi lavori spesso in totale autonomia) lo porta a produrre continuamente nuovi brani, ma anche ad essere tra i pionieri della vendita on-line su Internet: infatti alcuni suoi prodotti sono acquistabili solo dal suo sito.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 27° posto nella lista dei 100 migliori artisti.
Così su La Repubblica del 19 settembre 1984:
Dopo essere stato l’apocalittico interprete della cosiddetta “bomb culture” (soprattutto col disco 1999) ora Prince ritorna con un album concepito come colonna sonora del film Purple Rain, in testa alle classifiche americane (sia come disco che come film). Continua la sorprendente escalation del più inquietante fenomeno della musica americana di questi anni: un androgino nero dai tratti demoniaci e arroganti che per molti versi può essere considerato l’esatta controparte di Michael Jackson. Inquietante, violento, destabilizzante il primo, romantico, pacifista, in fondo un bravo ragazzo, il secondo. Mentre Jackson, al pari di Stevie Wonder, può essere considerato il più alto livello della black identity capace di piacere anche al pubblico bianco, Prince è qualcosa di completamente nuovo. Il suo personaggio, così come la sua musica, sono figli bastardi delle due culture, una perfetta fusione tra il lessico più aggressivo dei neri (funky, rhytm’ n’ blues, electric boogie) e il nuovo rock bianco. Tra le due componenti non c’è alcuna contrapposizione. Si tratta forse del primo prototipo di una cultura di frontiera del tutto nuova, che confonde le sue identità razziali, ma che riunisce le ceneri del dopo bomba, il narcisismo dandy della new wave elettronica, la violenza delle minoranze etniche. Prince è di quelli che sembrano nati già col marchio della grande star. In un certo senso lo era già ai suoi esordi. Ora lo è davvero, anche se in Italia il fenomeno stenta a prendere piede. Ma è questione di poco. Insieme al nuovo disco, tra i più perfetti esempi di nuova musica in circolazione, arriverà presto sui nostri schermi il film Purple Rain, dove Prince recita anche la parte del protagonista insieme al suo gruppo The Revolution. Pensate un po’: di questi tempi un gruppo ha il coraggio di chiamarsi così.
Non si può aggiungere altro, era nata una stella: Prince…
Oggi si può dire che quella stella si ricolloca nel firmamento che gli spetta. Addio piccolo grande uomo.

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