Musica anni 70, iniziarono in realtà nel 1969, all’apice della diffusione della cultura hippie e in seguito ad una grandiosa manifestazione che prese il nome di “festival di Woodstock”, che si tenne in una località vicino a Bethel una piccola città rurale nella contea di Ulster, nello stato di New York.
Dal 15 al 18 agosto oltre 500 mila ragazzi celebrarono i loro tre giorni di pace, amore (droga) e rock and roll suon di musica a Woodstock, già conosciuta per le sue attività artistiche (vi si organizzavano festival d’arte). Quella di Woodstock fu l’ultima grande manifestazione del movimento hippie della musica anni 70, che da allora si diffuse peraltro sempre più fuori dagli Stati Uniti, dove era nato, pur senza la coesione e l’originalità che avevano permesso negli anni 70, eventi come il Monterey Pop festival, la Summer of Love a San Francisco e, appunto, il festival di Woodstock.
Ma chi erano i ragazzi/e di Woodstock? Il critico John Clellon Holmes classifica la generazione americana, quella della musica anni come Beat Generation;” ragazzi irrequieti che hanno bevuto molto, hanno fumato molta marijuana, hanno girato l’America con l’autostop, si sono esaltati ascoltando o improvvisando jazz, ma soprattutto hanno scritto e a volte anche pubblicato parecchi romanzi e raccolte di poesie. (…) Bevevano per sentirsi grandi e non per dimostrare qualcosa; le loro escursioni nella droga e nella promiscuità scaturivano da curiosità e non da delusione e disillusione (…) erano per lo più ragazzi maturati troppo in fretta da un’esistenza sempre più promiscua alla vita degli adulti, partecipi attraverso la televisione e i giornali illustrati degli stessi mezzi di informazione, superficiali e grossolani, di cui si servivano gli adulti medi. In questo stato di parità non credevano più alle giustificazioni e agli accomodamenti dei genitori per spiegare un mondo sempre meno legato alle leggi tradizionali e cercavano, attraverso esperienze personali, una realtà autonoma e svincolata da convenzioni morali che ai loro occhi mascheravano solo pregiudizi e luoghi comuni”.
Cosa trovarono i ragazzi e le ragazze di questa generazione a Woodstock? Trentadue musicisti e gruppi fra i più noti di allora che si alternarono sul palco. Certamente l’entusiasmo delle migliaia di ragazzi e ragazze arrivati con il semplice passa parola, di voce in voce, e l’intuito commerciale degli organizzatori, fecero continuare l’esibizione un giorno dopo il previsto (era stato programmato sino al 17). Durante le pause i giovani ebbero la possibilità di consumare quantità enormi di Cannabis, di LSD nonchè il celebre “Orange Sunshine”: in questo modo il festival ebbe una grande carica simbolica per oltrepassare i limiti della cosiddetta media borghesia americana ma, soprattutto, fu un grande evento della storia del rock e del costume.
Il 1969 è anche l’anno in cui il rock amplia il proprio spettro e diventa polifonico: le voci si sommarono e oramai i “sottogeneri” iniziarono a non contarsi più. Dall’hard rock alle contaminazioni con il jazz, fino ai primi passi del progressive rock.
Gli artisti che parteciparono a questo primo Woodstock furono: Joan Baez,The Band, Blood, Sweat & Tears, Paul Butterfield Blues Band, Canned Heat, Joe Cocker, Country Joe and the Fish, Creedence Clearwater Revival, Crosby, Stills, Nash & Young, Grateful Dead, Arlo Guthrie, Tim Hardin, Keef Hartley, Richie Havens, Jimi Hendrix, Incredible String Band, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Melanie, Mountain, Quill, Santana, John Sebastian, Sha-Na-Na, Ravi Shankar, Sly and the Family Stone, Bert Sommer, Sweetwater, Ten Years After, The Who, Johnny Winter.
Il 1969 è legato anche ad un altro avvenimento: lo scioglimento e l’addio dei componenti della mitica band dei Beatles Il loro ultimo anno insieme si aprirà con un altro concerto che ha fatto storia: il Rooftop Concert. Dal vivo sul tetto degli uffici della loro casa discografica, i Beatles salutarono così il loro pubblico. E in Inghilterra si continuarono a scrivere pagine importanti della storia del rock: da “Tommy” dei The Who fino al concerto dei Rolling Stones a Hyde Park, il 5 luglio, due giorni dopo la morte del loro chitarrista Brian Jones
Ma non c’è solo questo: da Londra a New York, fino alla West Coast, decine di gruppi continuarono a far avanzare la frontiera del rock: la rivoluzione era iniziata.